COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO INDICI ISA E L’INADEGUATEZZA DELLE INDAGINI PRESUNTIVE URGONO MISURE NUOVE PER UN FISCO DIVERSO
Roma, 30 luglio 2019 Con gli indici ISA si inaugura la nuova era delle indulgenze tributarie a pagamento e i benefici fiscali, che cittadini e imprese hanno la possibilità di avere riconosciuti, sebbene siano stati in precedenza già introdotti, poi in seguito negati, adesso sono proposti come nuovi traguardi da raggiungere.
Per ADC e ANC è discutibile la scelta del legislatore di introdurre la possibilità di godere di un regime fiscale premiale non perché si sia tenuto un comportamento virtuoso ma semplicemente perché lo si può “comprare”; una scelta che preoccupa se solo si pensa che il sistema fiscale dovrebbe essere ispirato ai principi di giustizia, equità e trasparenza.
Gli Isa sono purtroppo la prova che a tutt’oggi, nonostante gli annunci, ciclicamente ripetuti, di inversioni di rotta all’insegna della compliance fiscale, il rapporto tra Fisco e Contribuente è ancora lontano da una condizione di equilibrio e di reciproca fiducia.
Il secondo comma dell’art. 4 della nostra Costituzione afferma che “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”, non è possibile però immaginare che oggi, nel nostro Paese, debba essere un software a “giudicare” le attività economiche dei cittadini. Abbiamo imparato che l’economia reale non è affatto quella che scaturisce dalle analisi presuntive di un software. In questi anni, con gli Studi di settore, abbiamo avuto prova di come queste analisi fossero sballate rispetto al dato reale: ogni anno i ricavi richiesti per la congruenza erano sempre crescenti, nonostante l’economia italiana fosse nel baratro (2008-2017). Con rammarico dobbiamo rilevare che di questa esperienza non se ne è fatto tesoro e che neppure i moniti della giurisprudenza tributaria hanno trovato ascolto. Se prima quindi professionisti e imprese erano nelle mani di GERICO, oggi devono conquistare il punteggio ISA. I contribuenti non sono fonti da cui attingere risorse, non possono neppure essere “geneticamente tutti uguali” quando devono dichiarare il proprio reddito. Nello stesso tempo, è improponibile che i contribuenti debbano ricevere un giudizio arbitrario da parte di un algoritmo, quando realizzano risultati economici non coerenti con le inferenze statistiche predeterminate degli ISA. Gli Isa, a nostro avviso, hanno anche tradito lo scopo delle norma introduttiva (art. 7 bis DL 193/2016). Il “favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili” si è tradotto in un velato e latente avvertimento: se non vai allo stesso passo degli altri potresti vederci attivare ed arrivare; al contrario se ti adegui senza battere ciglio, sei al pari dei primi della classe. La traduzione pratica poi del principio sottostante “il rafforzamento della collaborazione tra i contribuenti e l’Amministrazione finanziaria”, è stato coniugato con: • l’introduzione di nuove e costose procedure amministrative per gli studi professionali – vedasi l’istituzione del registro delle deleghe per gli intermediari, con relative sanzioni per l’omessa istruzione e la previsione di controlli ad hoc; • l’obbligo per il contribuente (o di un suo delegato) di scaricare preventivamente da Fisco On line i dati che l’Agenzia mette a diposizione; • la predisposizione di una non semplice classificazione di dati contabile ed extracontabili, quest’ultimi non sempre ottenibili, per far (mal) funzionare un software ad oggi in rodaggio (dal 10.06.2019 siamo arrivati alla versione 4.1 del 19.07.19, che risulta non del tutto efficiente). Le entrate pubbliche dovrebbero fondarsi sulla reale capacità contributiva dei cittadini, quest’ultima frutto anche di politiche volte al miglioramento delle condizioni sociali, ponendo al centro gli interessi della collettività e del sistema Paese. E’ di tutta evidenza che gli Isa non sono ancora pronti, poiché il software necessita di continue manutenzioni che rendono inattendibili tutti i risultati, compresi quelli già comunicati dai professionisti ai contribuenti assistiti. La versione dello scorso 19 luglio è infatti solo l’ultima, in ordine di tempo, degli aggiornamenti rilasciati dall’Agenzia delle Entrate, ma tale configurazione deve ancora essere del tutto acquisita dalle software house per l’adeguamento degli applicativi. Solo quando tutto sarà messo a punto, si potranno rifare i calcoli e comunicare i risultati definitivi. Si determina così un clima di incertezza che di certo non giova alle imprese. Siamo alle soglie della pausa estiva, e a settembre si dovrà fare di nuovo tutto, e considerato lo scenario ancora virtuale, sicuramente le sorprese non mancheranno. Le Associazioni ADC e ANC ritengono sia urgente evidenziare all’attenzione delle Istituzioni questa realtà e che sugli Isa dovrebbe esserci un passo indietro, che favorisca il graduale e definitivo superamento delle analisi inferenziali affinché la certezza del diritto sia parte integrante del sistema tributario. Alla luce di quanto sopra e anche sulla scorta delle riflessioni formulate dal Garante del Contribuente del Piemonte, le Associazioni ADC e ANC si rivolgono al Legislatore per chiedere una revisione del sistema tributario nel suo complesso, l’abbandono delle procedure di accertamento basate su software e indagini meramente presunte e l’istituzioni di tavoli tecnici attraverso i quali delineare nuovi strumenti fiscali che sappiano coniugare le legittime necessità dell’Amministrazione Finanziare con la certezza del diritto.
ADC – ANC Comunicazione |